Pietra su pietra. La ricostruzione

Lavori di sistemazione all’entrata est del villaggio, poco dopo la chiesa.

Giovedì 25 settembre 1924

Dopo una notte tragica e insonne, uomini e donne – ancora frastornati e increduli – pongono subito mano ai primissimi lavori di sgombero mentre ancora disperatamente si scava alla ricerca di eventuali sopravvissuti. Nei giorni seguenti, sempre meglio strutturata e organizzata, l’operazione di sgombero e pulizia procede spedita. Benché tutti avvertano il vuoto lasciato dalle case distrutte e dalle persone che vi abitavano, già si guarda al futuro. Per il Municipio di Someo seguiranno mesi frenetici affrontati, per la maggior parte, con il sostegno della popolazione e delle autorità cantonali con le quali sorgono unicamente delle controversie relative alla suddivisione della sottoscrizione lanciata dal Governo in favore dei danneggiati del maltempo in tutto in Cantone. Someo si ritiene il più colpito e rivendica maggiori aiuti finanziari.

Per agevolare lo sgombero dei detriti, lungo la strada, sono stati posati dei binari con relativi carrelli.

Autunno 1925

Un anno dopo il Disastro, la strada è stata completamente sistemata. Le macerie che ingombravano il villaggio, asportate. Le case danneggiate, riparate. Quelle troppo deteriorate, demolite. Prati e vigneti circostanti l’abitato sono puliti ma ancora improduttivi. La linea ferroviaria, riattivata dopo alcune settimane, è stata provvisoriamente spostata verso il fiume. La stazione ferroviaria non è ancora stata ricostruita. Lo sarà soltanto alla fine degli anni Venti, più a sud rispetto all’ubicazione originaria. Per procedere ai lavori di risanamento del riale centrale, nel 1925 viene costituito un Consorzio del quale fanno parte il Comune e il Patriziato di Someo (interessenza del 77%), Cantone Ticino (10%), Ferrovia Vallemaggia (12%), Società Elettrica Locarnese (0,6%), Amministrazione Telefoni e Telegrafi (0,4%). Il preventivo di spesa ammonta a 142’500 fr. di cui 115’000 per la correzione del riale e 27’500 per la ricostruzione dei tre ponti: stradale, ferroviario e agricolo.

Per agevolare lo sgombero dei detriti, lungo la strada, sono stati posati dei binari con relativi carrelli.

L’aspetto di Someo cambia. La costruzione del canale, poderosa opera muraria, è quasi conclusa.

Primavera 1926

Si lavora all’incanalamento del riale (dal quale è scesa la frana più grande) che divide il villaggio. Il progetto è allestito dal geometra Canevascini di Locarno. Il manufatto si estende dal piede della montagna fino al greto della Maggia su una lunghezza di circa 250 metri con una larghezza di circa 10 metri e una profondità di oltre due metri. Il lavoro, eseguito a cura dell’allora Dipartimento delle Pubbliche Costruzioni, è assunto dall’impresa Fratelli Merlini di Minusio. Di pari passo si avviano i lavori di premunizione a monte del villaggio. Lungo il riale vengono costruite delle briglie; le piccole frane che hanno alimentato quella principale sono arginate con dei muri di sostegno. Parte anche il rimboschimento corrispondente al bacino imbrifero del torrente con la messa a dimora di aceri, frassini, faggi e piante resinose. In quest’ambito sono rimboschite altre zone che potrebbero tornare fatali al villaggio. A protezione delle piantine dalla voracità del “dente nemico” delle capre al vago pascolo, viene posata una cinta in filo di ferro zincato spinoso di quasi 2000 metri che dal villaggio raggiunge i 1500 metri di quota. L’intervento, eseguito a cura del Dipartimento forestale cantonale, interessa una superficie di oltre 100 ettari. Il preventivo di massima, approvato dalle assemblee comunale e patriziale, ammonta a 102’000 franchi.

Estate 1927

La costruzione del canale (definito dai giornali “colossale” per la solidità che traspare dagli argini e dal letto costituiti da grandi blocchi di pietra) è terminata. Il rimboschimento continua; si concluderà sull’arco di 5 anni.

Curiosità varie

Lavatoio e fontana

San Luis Obispo (California, USA), 25 agosto 1926
La sottoscritta dona al Comune di Someo il pezzo di terreno nella località denominata “alla Fontana” dove prima sorgeva la propria casa d’abitazione della superficie di mq 100 (…). Detto terreno dovrà servire al Comune per la ricostruzione del lavatoio e abbeveratoio.
In fede. Rosa Morganti, ved. E. Morganti.
Il progettista G. Canevascini elabora il progetto che stima un preventivo di spesa di 2’800 franchi. Il lavatoio pubblico sarà demolito alla fine degli anni Settanta del secolo scorso. La vecchia fontana in sasso, riorientata rispetto alla posizione originaria, è ancora in funzione.

Spese Disastro assunte dal Comune, 15 febbraio 1926

Entrate*: fr. 56’653.-
Uscite**: fr. 48’005.-
Attivo: fr. 8’648.-

*Ricavo colletta lanciata dal Comune: fr. 51’653.-
Entrate diverse: fr. 5’000.-

** Spese funerali delle vittime, cucina volontari, operai diversi, sgomberi e ricostruzioni, rimborsi a privati per danni, conti diversi…

Il famoso Werder

Da una lettera del Municipio di Someo al Dipartimento forestale, fine 1924.
“Il famoso Werder, ingegnere agronomo da voi giudicato più che bene e che era rimasto a Someo dopo la partenza dei Volontari, dimostra che siamo di fronte a un secondo Tavanna Ray*. L’albergatore Tognazzini si è fatto fregare 800 fr. (notasi che aveva cieca fiducia in lui), un certo Guglielmoni gli prestò 700 fr., il parroco 120. Il colpo più grosso lo fece a Lugano dove si fece fare garanzia per il ritiro di 2’000 franchi dall’Unione di Banche Svizzere. Ora si trova in carcere a Bellinzona. Il processo sarà interessante”.
*Tewanna Ray. Misterioso e affascinante “principe” comparso negli anni Venti in Ticino e condannato per truffa dopo avere abbindolato molte persone.

Un pianoforte esagerato

Tenuto conto dei gravi danni subiti dalle abitazioni investite dalle due frane – alcune case dovranno essere demolite in quanto praticamente distrutte – il Municipio invita la popolazione a inoltrare le richieste di risarcimento che interessano anche i terreni agricoli e i vigneti.
Dagli elenchi si evince che, ad andare persi, sono stati in modo particolare gli arredamenti e gli oggetti di uso corrente in casa (pentole, stoviglie, biancheria, sedie, armadi, tavoli…) e gli attrezzi da lavoro. Curiose sono le richieste inoltrate dai “sciori” (i ricchi) proprietari delle ville patrizie che si allineano lungo la strada. Qui si citano tappeti di pregio, poltrone imbottite, divani, specchi, lampadari, vasellame e porcellane di valore, mensole… Il tutto corredato dal valore pecuniario. Fra tante cose belle, anche un pianoforte valutato – dal proprietario – 900 franchi. Curiosa l’anonima nota a margine, scritta a mano sul foglio dattiloscritto, che recita: “Esagerato!”.

Per una pubblica piazza

Già da prima del Disastro, a Someo, si vagheggiava l’idea di creare una piazza pubblica. Nel novembre 1924, il Municipio si china su un progetto che, in un primo momento, considera lo spazio restrostante il palazzo comunale, occupato da orti e giardini privati. Data però la ferma opposizione dei confinanti, nel 1925 il piano viene accantonato. L’Esecutivo è costretto a ripiegare su un’altra soluzione che, per concretizzarsi, richiederà l’espropriazione dello stabile antistante la casa comunale, gravemente danneggiato dalla frana e mai messo in sicurezza dal proprietario residente in California. Dopo qualche mese, trovato un accomodamento, l’edificio viene demolito. Al suo posto sorgerà l’attuale piazza. Nel contempo si procede alla rettifica della linea di scorrimento del canale che in quel punto formava, in origine, una curva più accentuata.

Una macchina per scrivere

Fine di gennaio 1924. Il Municipio decide di acquistare una macchina per scrivere. La spesa, franchi 400, è dettata – come si legge nel libro delle risoluzioni del Municipio – “dall’enorme lavoro che andò aggravandosi in ufficio in conseguenza del Disastro”.

Il “Palazzo Germano” diventa ricovero

Toccati dai tragici eventi del settembre 1924, gli eredi del fu Antonio Germano Tognazzini, residenti in California, decidono di donare al Comune il loro palazzo (il più bello e sontuoso di Someo), per installarvi il Ricovero comunale preesistente, danneggiato dalla frana. Dopo alcuni lavori di sistemazione e adeguamento alle necessità medico-sanitarie, il “nuovo” ricovero – che rimarrà in funzione, in forme diverse, per oltre 90 anni – viene inaugurato il 4 ottobre 1925.